14
Lug
2017
43
MATRICE (Seconda Parte) rapporti tra terreno di coltura e informazione vitale

MATRICE (Seconda Parte): rapporti tra terreno di coltura e informazione vitale.

La co-scienza spirituale quantistica e la biologia molecolare epigenetica dimostrano come pensieri azioni abitudini e ambiente siano in grado di modificare la matrice biologica influenzando l’espressione genica lungo la filiera DNA>RNA che porta alla traduzione dei geni in proteine e alla formazione di cellule somatiche: infatti, si hanno manifestazioni genetiche ereditabili e diverse in presenza di genomi identici, come dimostrano sia i casi di gemelli monozigoti che maturano caratteristiche peculiari crescendo in ambienti distinti, con comportamenti scelte mentali e alimentari differenti, sia la eziopatogenesi del Cancro. Tantoché, parlare di origine secondaria e deuteropatica della malattia, ogni malattia, mi sembra un’ovvietà, ma che altrettanto ovvia per i medici non deve essere vista la direzione che hanno preso le ricerche scientifiche e le cure.

MATRICE: rapporti tra terreno di coltura e informazione vitale. (Seconda Parte)

…segue dalla Prima Parte.

Il Codex epigenetico della Matrice.

La Epigenetica analizza scientificamente i cambiamenti ereditabili dell’attività dei geni causati da influenze provenienti dall’ambiente che determinino la espressione genica senza, tuttavia, alterare il genoma codificante per proteine, ovvero l’insieme dei geni contenuti nel nucleo. Tutti gli elementi che modificano l’espressione genetica senza intaccare il Genotipo agiscono, ovviamente, secondo delle istruzioni ricavate dalla realtà grazie a delle chiavi che non sono quelle che si trovano nel DNA, che difatti risulta immutato. In questi casi, si parla di fattori epigenetici riferendosi a tutto quello che abbia il potenziale di modificare l’espressione genica senza intaccare i geni stessi. I codici epigenetici hanno, evidentemente, la proprietà di tradurre l’informazione in materia (proteine) modificando quello che viene chiamato Fenotipo, ovvero quella parte della realizzazione del corpo (soma) legata all’esistenza e all’esperienza dell’essere vivente stesso e che è spiegabile, anche in maniera suggestiva, come “l’impronta biologica che lascia sui corpi la vita che è stata vissuta”. Il Fenotipo è l’insieme delle manifestazioni dell’organismo che risulta dal rapporto dei geni con quei fattori esterni che sono in grado di condizionare il processo anabolico di proteogenesi – o proteosintesi che dir si voglia – e quindi di regolare l’espressione genica dell’informazione. La reazione tra il genotipo e l’ambiente fenotipico indirizza il comportamento del gene e la traduzione dell’informazione nella forma macromolecolare di una proteina. Il fenotipo si osserva con la morfologia le proprietà e le funzionalità della cellula somatica. Perciò, se il codice genetico si trova nei geni, allora il Codex epigenetico non si può che trovare nella matrice biologica che contiene il DNA. 

In questo contesto di interazione dimostrata tra il codice genetico e quello epigenetico, si possono formulare ipotesi realistiche di biologia senza che si strabordi nella fantascienza. A mio avviso, è credibile che il DNA primordiale sia come un’antenna di forma elicoidale che capta onde elettromagnetiche ancestrali provenienti dallo spazio remoto e profondo: i geni sembrerebbero dei codici di base, primigeni, che hanno a che fare con la parte innata dell’essere – che definisco come rettile, tanto è preistorica atavica e inesplorata – con le funzioni limbiche, con l’istinto, con l’anima fondativa dell’esistenza, con l’intelligenza universale. Invece, i Codici epigenetici sembra siano una sorta di aggiornamento continuo, un’antenna sensoriale che sintonizza l’essere sulle frequenze del tempo presente e dello spazio fisico che trova soluzione di continuità – il confine – nell’esperienza sensibile: insomma, qualcosa che ha a che fare con le scelte, la presenza a se stessi, lo spirito, la coscienza o consapevolezza individuale. Più i due segnali coincidono dialogano e si comprendono, più un individuo sarà completo, naturale, libero e sano come un animale selvatico  – poiché ad ogni animale riconosco le qualità dello Spirito – a cui l’istinto consentirà una piena comprensione dei sensi e l’identificazione con ciò che chiamiamo “Il Tutto”, coscienza o anima universale. Se segui la biologia lungo le linee prospettiche tracciate dalla scienza epigenetica, rimpicciolisce di molto il ruolo della genetica come scienza risolutiva per la ricerca delle cause e delle soluzioni di malattie cosiddette idiopatiche o primarie, prima fra tutte la super malattia della civiltà moderna: il Cancro.

Imputare a un difetto genico – tra l’altro mai provato – l’insorgere del Cancro appare una ipotesi remota e priva di ogni fondamento scientifico e logico, tesi che solo una cieca ostinazione e la malafede interessata possono perorare. Vanno rivalutati ambiente e comportamenti come cause scatenanti della malattia e fattori della salute in generale; rimuovendo le cause del male è realistico pensare alla guarigione. Prendiamo per esempio i cosiddetti FATTORI DI TRASCRIZIONE genica responsabili della differenziazione delle staminali pluripotenti e multipotenti: essi sono stati individuati in certe proteine che si legano ai geni codificanti del DNA contenuto nel cromosoma con la proprietà e la funzione di avviare o fermare la traduzione dell’informazione genetica che trasforma determinati geni nelle specifiche proteine che daranno vita alle relative cellule specializzate. Queste molecole proteiche si comportano più come ormoni che come enzimi, poiché sono in grado di attivare enzimi quali le RNA Polimerasi necessarie per la trascrizione del DNA in molecole di RNA che successivamente tradurranno le informazioni che contengono in sequenze di amminoacidi e perché, probabilmente, non sono prodotte in situ; esse non sono parte della struttura del cromosoma che funge da stampo, non originano dal DNA, ma si trovano nella matrice cellulare della staminale, nel suo citoplasma o vi penetrano e, in un dato momento del processo di programmazione, entrano in risonanza elettrica e chimica con la matrice del tessuto di cui dovranno far parte; o forse, provengono fisicamente proprio da quella particolare porzione di matrice tessutale, prodotti e rilasciati nel mezzo extracellulare da una qualche cellula dotata di ribosomi per la sintesi polipeptidica. Potrebbero essere dunque le cellule embrionali pluripotenti del tipo istologico mesenchimale (fibroblasti, condroblasti, osteoblasti) a produrre queste proteine-segnale proprio come già sintetizzano altri ormoni proteici come i Fattori di crescita: IGF e Citochine infiammatorie. Anche le Citochine, come i Fattori di crescita IGF, sono veri e propri ormoni anabolici in grado di stimolare morte crescita proliferazione e, anche, differenziazione cellulare. Così si spiega il fatto che i prodotti dell’infiammazione cronica, oltre ad avere effetti citotossici (stress ossidativo causato dall’azione dei radicali liberi) e cosiddetti “autoimmuni” (apoptosi cellulare innescata dalle citochine Interleuchina-1 e TNF, ovvero Tumoral Necrosis Factor, che attivano gli enzimi proteolitici Caspasi presenti nel citosol; fagocitosi immunitaria), ne abbiano anche di degenerativi, genotossici, mutageni e potenzialmente carcinogeni, giacché tali ormoni possono alterare la sequenza di trascrizione del DNA dei geni che codificano le proteine, influenzandone l’espressione genetica e determinando il fenotipo delle nuove cellule staminali specializzate che, a questo stadio di intossicazione stromale e parenchimale, possono risultare istologicamente diverse, neoplastiche. Per certi versi i Fattori di trascrizione ricordano i Fattori di crescita IGF: si tratta di ormoni proteici anabolizzanti secreti nella matrice dagli epatociti e dalle cellule mesenchimali del connettivo cartilagineo chiamate condroblasti: le staminali embrionali pluripotenti cugine delle cellule fibroblastiche e di quelle osteoblastiche. Se la matrice del tessuto da cui originano i Fattori di trascrizione e in cui vengono secreti è compromessa, satura di tossine endogene ed esogene, piena di materiale proteico NO-SELF non biodisponibile e non metabolizzabile, acidificata e con potenziale elettro-chimico diverso da quello fisiologicamente sano, è plausibile che le stesse proteine-ormone siano danneggiate e/o che l’informazione che segnalano venga scorretta e difettata nell’attraversare la matrice, determinando una sintesi proteica cellulare sbagliata e, quindi, una espressione genetica della cellula potenzialmente allogena e dannosa per il tessuto l’organo e l’organismo.

Durante tutta la vita le cellule del midollo osseo producono cellule staminali primitive non specializzate e pluripotenti che, sintetizzando macromolecole proteiche con certe specifiche durante il processo di espressione genica, determineranno la struttura e il funzionamento delle future cellule staminali differenziate. L’identità genetica delle staminali figlie non si trova solo nella sequenza genetica, ma anche nell’ambiente energetico con cui entrano in risonanza: è la matrice che ha dentro di sé l’interruttore che può trasformarle o meno in staminali specializzate proprie di tessuti e organi specifici e il potere di cambiarne l’espressione genetica, il tutto senza modificare il DNA. Questo spiega come mai le cellule cancerose pur essendo mutate nelle manifestazioni della forma e della funzione (fenotipo) non abbiano oncogeni, ovvero basi azotate alterate o altri elementi che costituiscono la catena polimerica delle macromolecole degli acidi nucleici difettosi, rintracciabili nelle sequenze genetiche del DNA; bensì, esse presentano il fenotipo degenerato e irriconoscibile rispetto alle cellule sane dello stesso tessuto. Nel Cancro il Genotipo è integro: sfido chiunque a dimostrare il contrario! Si motivano così le possibilità di ricostruire nuove cellule integre e sane in tessuti tumorali compromessi e di regressione spontanea di degenerazioni cellulari quali tumori e cancri, finanche in tessuti affetti da metastasi. Più corretto è parlare di riprogrammazione di fattori epigenetici piuttosto che di riprogrammazione del DNA di cellule difettose e cancerose. Il DNA non si riprogramma: esso è congenito. Per questo le staminali madri non sono corruttibili e la guarigione sempre possibile.

NON esisiste cellula cancerogena: la MATRICE è cancerogena, la cellula è cancerosa.

Le metastasi non sono cellule maligne che si staccano dal tumore primario diffondendosi attraverso i sistemi vascolari ematico e linfatico riproducendo, a distanza da quello originario, altri tumori in organi diversi, come se il cancro avesse caratteristiche contagiose; la metastasi è una tumorosità estesa, poiché si relaziona al mutamento e al decadimento delle funzioni fisiologiche del terreno di coltura che ha cambiato struttura da biologica in anti-biologica: dunque, in un quadro clinico di intossicazione sistemica la matrice, che è diventata a questo stadio generalmente maligna, compromette il funzionamento delle cellule parenchimali degli organi, palesando la sua cancerosità morfologicamente con neoplasie diffuse che nascono – è proprio il caso di dire – come funghi colonizzatori in parti diverse, anche anatomicamente distanti, del corpo. Finché gli organi emuntori ed escretori più importanti – fegato intestino reni – hanno una riserva fisiologica che sia in grado di ripulire la madre di tutte le matrici, ovvero il sangue, esiste possibilità di guarigione da qualsiasi tipo di malattia. Pertanto, si deve parlare di matrice mutagena e cancerogena e di cellula mutata e cancerosa. Se il corredo genetico nella cellula tumorale e perfino in quella cancerosa è intatto, vuol dire che il difetto responsabile della mutazione dell’espressione genetica sta altrove, nell’ambiente, nella matrice. Il trasferimento di materiale genetico parrebbe, quindi, avvenire correttamente anche riguardo le cellule cancerose: è la traduzione dei geni nella proteina corrispondente che è incompleta e sbagliata. L’informazione che permette la creazione delle macromolecole polimeriche delle proteine da cui originano le cellule specifiche dei tessuti non risiede nel genoma sui cromosomi del nucleo, ma nella matrice, non riguarda il genotipo ma il fenotipo. Forse, allora, la proteina rilasciata è la trascrizione dell’informazione risultante dall’integrazione di due segnali biologici: uno decifrato dai codici del genoma e l’altro intercettato dalla matrice e in essa registrato: un codice che appartiene alla coscienza della vita di ogni individuo, costruito mattone dopo mattone attraverso l’esercizio del libero arbitrio, fatto della pratica o del tradimento della volontà di un sentimento che dà significato all’intenzione con cui si scelgono i pensieri le parole e le azioni.

Il gradiente elettrochimico della matrice e il trasferimento dell’Elettrone.

La navetta che trasporta l’informazione che abita la matrice, ossia l’elettrone, trascrive con il suo movimento l’informazione data attraversando e integrando tutti gli elementi che compongono la matrice e conferendo loro una corrispondenza o risonanza energetica. I movimenti degli elettroni plasmano la materia che realizza la matrice come fossero le spole di un telaio che intessono la trama di una tela; se l’informazione è libera di viaggiare attraverso la matrice, perché essa è pulita detossificata e in possesso di una carica elettrica vitale, allora il segnale epigenetico che concorre alla programmazione e alla rigenerazione cellulare verrà trasmesso e ricevuto integralmente e la matrice potrà preservare o ristabilire una composizione chimico-elettrica che sia compresa nello schema biologico. Se gli elettroni seguono i percorsi prestabiliti nella mappatura naturale, allora la matrice che verrà costruita sarà biologica, altrimenti si avranno interruzioni e discontinuità di segnale, disarmonia dell’Essere poiché, se l’esecuzione di un’energia è disarmonica, anche la matrice creata sarà distante dal disegno divino originario. Il codice epigenetico è come se ricevesse le informazioni che completano quelle congenite riferibili al DNA. Più le due traduzioni – epigenetica e genotipica – collimano, maggiori saranno le probabilità che il fenotipo esprima fedelmente la biologia del progetto umano previsto e contenuto nell’informazione vitale. I codici epigenetico e genetico potrebbero essere due tracce caratteristiche della stessa informazione: sarebbero pezzi di un sistema vitale fatto per ricevere parti del medesimo messaggio che viaggia su due frequenze distinte in contemporanea, oppure che proviene da due dimensioni spazio-temporali diverse. Comunque sia, è certo che l’informazione si compone di segnali che sono diversi poiché vengono decodificati da strumenti diversi: geni del DNA e consapevolezza individuale che si materializza con la matrice. Segnali che, però, comunicano tra loro. Se il segnale epigenetico è disturbato da ostacoli che ne impediscono una corretta trasmissione o ne complicano la ricezione come possono fare tossine ambientali, alimentari e mentali che intasano e saturano la matrice, la trasduzione nella dimensione materiale dell’energia elettromagnetica intercettata non avverrà correttamente: si verifica un disallineamento tra l’informazione del segnale epigenetico con quello costitutivo, genetico, e le reazioni funzionali dell’organismo si allontaneranno dalla normale fisiologia e dal punto di equilibrio omeostatico tanto più che questa forbice si apre. Il codice epigenetico sovrascrive le proprie informazioni su quelle del genotipo; se le sue traduzioni si allontanano dalla familiarità e dalla complementarietà, la traduzione proteica dell’informazione degenera nel disordine incontrollato come avviene nel caso di una proliferazione metastatica delle cellule cancerose.

I due codici sono fatti per intercettare la medesima energia che origina da spazi temporali e luoghi differenti? Perché è verosimile che l’Essere umano sia stato un rettile in un tempo preistorico? Forse perché la stessa informazione si esprime con sembianze diverse. Cambia la membrana mentre la matrice vitale rimane unica per tutte le forme e questo collega tutti gli esseri gli uni agli altri e li rende parte di un organismo cosmico. Dunque: l’Uomo è stato drago nello stesso modo in cui oggi è albero e giaguaro, scimmia lupo e stella. Ogni volta che si estingue una specie animale perdiamo una parte di noi, un archetipo dell’anima.

La memoria dell’Anima è dunque infinita e gli uomini provano, seppur latente, un sentimento viscerale di appartenenza  alla Vita che li connette con l’Universo, proprio perché l’anima-energia-informazione-matrice cosmica è la stessa per tutte le cose. L’elettrone veicola l’energia, ossia l’informazione che, come abbiamo visto, si trova dappertutto; il suo movimento, infinito finché c’è vita, tesse la trama che costruisce la matrice dell’Universo. Questa intelligenza vitale crea l’ambiente interno dei corpi chiamato matrice biologica e, in modo analogo, stampa un’altra matrice esterna identificabile con il mondo sensibile. La matrice è il tessuto connettivo che mette in comunicazione la luce solare con il fiore, l’acqua con la terra, individui con individui, organi con organi, cellule con cellule, molecole con molecole in un sistema organico e intrecciato, relazionato e interdipendente che dà coscienza e senso a quello che l’Umanità rappresenta da secoli come una intelligenza universale chiamata Vita. E tutto grazie al trasferimento di una particella elementare di materia: l’elettrone.

Esiste una sola matrice biologica nell’organismo umano che origina dalla extravasazione del plasma sanguigno negli spazi interstiziali del tessuto connettivo, diventa la matrice extracellulare che crea la linfa lattiginosa e il citosol viscoso che a sua volta alimenta le matrici intermembranose, quella mitocondriale quella nucleare e quella lisosomiale (i ribosomi non hanno membrana, infatti non sono organuli o organelli). Questa unica matrice interna mette in comunicazione tutte le cellule dei tessuti, gli organi e i distretti corporei tra loro: una rete carica elettricamente che trasferisce e traduce l’informazione e permette agli elettroni di muoversi attraverso di essa trasmettendo tutte le informazioni vitali, alimentari, immunitarie, cataboliche, anaboliche, ossido-riduttive. La Matrice, oltre ad avere un compito strutturale di collegamento fisico e sostegno del corpo, essendo carica elettricamente con segno negativo raccoglie le tossine acide e i metalli pesanti che hanno segno positivo e li drena con la linfa. In questo mare magnum collaidale si muovono tutte le informazioni biologiche, elettrochimiche, gli ioni elettrolitici, i nutrienti, gli scarti metabolici e i cataboliti, cellule di osteoblasti nel tessuto osseo, condroblasti in quello cartilagineo, fibroblasti nel tessuto connettivo più propriamente detto che producono glicoproteine strutturali fibrose di collagene ed elastina e zuccheri come l’acido ialuronico, ormoni, leucociti, mastociti e macrofagi immunitari. Sono acide, quindi cariche positivamente, tutte le intermembrane degli organuli, come sono basiche o alcaline, perciò elettricamente negative, tutte le matrici; con piccole divergenze di potenziale e temporanei cambiamenti di segno la parte intracellulare della matrice è più carica negativamente di quella extracellulare: si crea così una differenza di potenziale elettrico (potenziale di membrana) che trasduce l’energia per mezzo del trasferimento degli elettroni, permettendo l’innesco dei meccanismi di ossido-riduzione fondamentali per il movimento, la trasformazione delle sostanze e la produzione di energia chimica ATP. La Matrice è il brodo di coltura della vita.

LA MATRICE FUNZIONA COME UN DIAPASON: così siamo quello di cui ci nutriamo.

La matrice è dove tutto accade. Nella matrice le macchine biologiche – i corpi – prendono coscienza del mondo; la presenza o l’assenza di spirito nel compiere le azioni traduce in bene o in male l’energia espressa nelle scelte compiute. Per l’appunto nella matrice avviene la fase omeostatica dove si realizzano le condizioni di equilibrio finalizzate alla vita e alla salute; la intossicazione della matrice ingenera uno squilibrio patologico che attiva negli organi, in risposta ai nuovi stimoli sopraggiunti con il cambiamento delle condizioni del terreno, quei meccanismi fisiologici di correzione che chiamiamo inconsapevolmente malattie. Il concetto di mileu intrieur di cui parla Claude Bernard si riferisce sostanzialmente a un equilibrio, dinamico e non statico, di forze di energia che si realizza sempre nel campo della matrice. Tutto quello che influenza il sistema connettivo della matrice è potenzialmente in grado di mantenere rompere o ripristinare tale equilibrio.

Puoi governare la tua salute controllando i fattori fisici che influenzano il corpo e quelli emotivi e psichici che riguardano la mente ricordandoti che tu sei padrone del presente e puoi decidere come vivere la tua vita. Ogni decisione presa con questa consapevolezza equivale ad una benedizione. Puoi bilanciare l’emissione di energia negativa proveniente da pensieri di frustrazione e afflizione con l’introduzione di pezzi di energia vitale staccati dalla  matrice naturale sotto forma di succhi da bere di frutta fresca e biologica, ma si tratterà solo di una compensazione. Il cambiamento per essere efficace deve avvenire in quello stato di pace interiore che contrassegna solo il vivere con presenza a se stessi; un cambiamento definitivo è conseguenza di una decisione presa con il sentimento della verità. Ogni scelta non deve essere il risultato di un tradimento spirituale, ma di una comprensione accettazione e testimonianza della propria verità.

Ciò che è fuori del corpo si trova anche dentro di esso e viceversa, non può essere diversamente: quello che è forma corporea o apparente è solo una membrana, un diaframma che divide la Matrice universale in quelle biologiche del corpo, internamente, e del mondo, esternamente. La matrice è come un diapason che risuona solo con la materia con cui ha identici rapporti di forza e di energia, la medesima costituzione: quindi, solo tra le matrici che sono ugualmente naturali può essere trasmessa correttamente, senza distorsioni, l’informazione biologica. Le informazioni si muovono attraverso canali energetici che attraversano le membrane sia in entrata sia in uscita: una matrice esterna disarmonica influenza negativamente l’ambiente interno del corpo e viceversa, come una matrice interna sanificata armonizza il mondo esterno e viceversa.

La matrice è un substrato energetico che traduce le informazioni raccolte nei modi di espressione della materia che chiamiamo fisica elettricità e chimica, come se essa fosse una specie di tecnologia biologica informata iper-evoluta: diventa, quindi, importante la qualità dell’informazione che dà forma alla matrice. Tutte le forme della Natura trasmettono l’energia che alimenta il programma della Vita. Interagire con una matrice naturale significa portare dentro di sé energia psichica e fisica, nutrirsi di informazioni di forza e salute, biologiche, piantare semi in grado di germinare la vita, segnali intercettabili e completamente decodificabili dalle staminali fabbricate dal midollo osseo che possono così costruire le cellule somatiche e i tessuti di un organismo adulto integralmente e correttamente, rinnovare in continuo le strutture che si rompono o difettano e sostituire quelle vecchie in modo efficiente. Appare essenziale per la salute ricercare elementi della matrice esterna non corrotti, espressione delle forze della Natura, l’unica realtà biologica, la sola matrice da cui attingere energia che sia veramente salutare: belle visioni da osservare, pensieri positivi che attraversino la mente, sentimenti di amore che scaldino il cuore, cibo organico e innocente che nutra lo spirito e il corpo, acqua pura che disseti le cellule, suoni che rilassino, luce solare che irradi la pelle, aria pulita, profumi soavi, parole sincere senza giudizio e pacifici silenzi. Le matrici che trascrivono un mondo che si è allontanato dalla Natura sono artificiali e, come tali, veicolano informazioni non adatte alla vita, che non hanno una corrispondenza biologica, non nutrono, anzi ammalano il sistema dell’essere vivente, sia esso animale o vegetale: la loro energia è sì reale, intendimi, ma nociva, povera, innaturale e deviante. Se attingi le giuste informazioni, quelle vitali, dalla matrice esterna nutrirai la matrice interna con energia pura e avrai in cambio il benessere e le sue formazioni. Se tu hai il potere di scegliere cosa portare dentro la tua vita – e ce l’hai! – hai anche quello per costruire la realtà del mondo che ti circonda.

Giordano Bruno e la matrice spirituale della materia.

La matrice è la rappresentazione fenomenica della esperienza della forza vitale; più tale energia è libera di scorrere, più la matrice è sana e la salute certa. La forza fluisce solo se viene compresa, ovvero ricevuta per essere ritrasmessa, infinitamente. Affinché l’energia scorra deve essere compresa in modo totale e integrale da tutte le parti dell’Essere, a partire dalle sue unità fondamentali e autoconsapevoli immerse nelle matrici: le cellule. Per essere riconosciuta come propria (SELF) dall’organismo l’informazione deve essere naturale, sia che abbia la forma di pensieri o quella di molecole alimentari. La matrice ha essenza spirituale in quanto fatta di consapevolezza: infatti, è il risultato di una informazione di coscienza, considerando il fatto che la verità biologica esiste solamente nella comprensione della realtà fisica e chimica nel suo insieme, non nei suoi frazionamenti e riduzioni. In un sistema ciclico come quello vitale gli organismi cellulari pensano a se stessi in modo olistico come parte di un unico esemplare vivente e si organizzano per la continuazione della vita: mettono in condivisione struttura e funzione di cellule tessuti e organi attraverso la combinazione di diverse porzioni più o meno definite di materia (atomi, molecole) grazie all’opera, coordinata e sinergica, dell’elettrone. Se la guarigione del corpo passa necessariamente ed unicamente attraverso una depurazione della matrice che riordini il metabolismo secondo le leggi universali della forza vitale, essa può cominciare soltanto da un moto dello spirito, ossia da una decisione che sia coerente con la parte fondamentale di se stessi. La scelta fondativa dell salute per risultare efficace deve, dunque, essere ripetuta identica nella sua intenzione e, di conseguenza, esercitata con presenza rispetto a tutte le scelte successive che riguardino il fenomeno dell’Essere, inteso come un insieme sistemico costituito da corpo mente e spirito. Le ferite, gli incidenti e il dolore sono innanzitutto segni fisici di scelte spirituali contrarie alla propria natura, asimmetriche rispetto all’informazione biologica, che vengono a ricordarci che noi abbiamo rotto un patto sacro formulando pensieri contrari allo scopo della nostra vita. La guarigione avviene solo dopo aver ricostituito la fiducia nella vita e deciso di volersi bene manifestando e praticando l’intenzione che viene dal Cuore di fare pulizia nella propria matrice: fa’, dunque, tutte le scelte per amore di te stesso. Se la decisione segue un’intenzione sincera di amore, la scelta avrà la presenza data dalla disciplina dello spirito e sarà senza fronzoli, affilata come la punta di una freccia scagliata dritta verso il problema: essenziale terapeutica e risolutiva.

Sembra chiaro come l’intelligenza che informatizza ogni unità di materia vivente individuabile nei pozzi sapienziali della microbiologia sia analoga a quella che nei macrosistemi muove i corpi celesti e appassiona astronomi e astrofisici. Allinearsi consapevolmente alla biologia che regola le attività del corpo significa sperimentare la medesima legge universale che comanda l’infinitamente piccolo, ordina la complessità della Natura e armonizza l’infinitamente grande del Cosmo. Attingere da questa fonte di conoscenza fatta del fluire della forza vitale porta inderogabilmente e inevitabilmente all’espansione della presenza dell’Essere secondo valori che solo la salute, il benessere, l’assenza di giudizio e la pienezza del Cuore possono parametrare. La matrice sono flussi di consapevolezza che si intersecano come fili: si può scegliere quali filamenti intercettare con i quali costruire un mondo a propria immagine e somiglianza, stabilendo quella identità e quella concordanza tra il dentro e il fuori che testimonia l’esistenza di una sola grande Anima che abbraccia e attraversa tutte le creature e l’ambiente naturale che le contiene come fossero esse le piccole cellule immerse nella matrice extracellulare del tuo corpo. In questo senso è giusta l’affermazione di Giordano Bruno: “Non è la materia che crea il pensiero, ma il pensiero che crea la materia”. Anche se materia ed energia si influenzano a vicenda e, in realtà, la materia è energia e viceversa. Proprio in ragione dell’esistenza di una forza o intelligenza biologica basilare chiamata matrice, se hai un corpo, hai anche un’anima e se hai un’anima, hai un corpo. Siccome sono le tue scelte che governano la matrice è, dunque, la tua consapevolezza il cliché con il quale puoi stampare le pagine del destino.

Leggi la Prima Parte.

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5 Responses

  1. Pingback : ESISTE UNA GRANDE ANIMA CHE ABBRACCIA E ATTRAVERSA TUTTE LE CREATURE - VALDO VACCARO

    1. Grazie Elena, hai fatto bene! Più le informazioni circolano, più gente si sveglia dal torpore e dall’inebetimento. Ti ringrazio per l’apprezzamento testimoniato e avvalorato dalla tua segnalazione a Valdo. A presto, per nuove entusiasmanti condivisioni.

  2. valter ottello

    … Valter Ottello > FB ………..cos’è la BIO-FOTONICA … !!!..e sì, me la cavo abbastanza bene, ma debbo di grazie a ..> … Tratto dal sito “mednat.org”: “Ogni Organismo, risponde in maniera differente, agendo secondo precise leggi biologiche e biochimiche adeguandosi ogni istante, alle varie esigenze di stimolazione esterna dell’atmosfera nella quale vive; infatti tutte le variazioni iono atmosferiche, anche minime, modificano ad ogni istante le cariche bioelettroniche dei liquidi (il Terreno o Matrice) del corpo dei vari organismi viventi”. …. si fa molta filosofia e ci si inoltra nei meandri +++ oscuri della BIOLOGIA …. ma… l’mportante è decodificare lo stato dell’arte delle CELLULE del corpo umano, in special modo quando si LAMENTANO per il MANCATO ADATTAMENTO alle STIMOLAZIONI ESTERNE ……… questo è il vero problema salutistico ke conduce allo STRESS FINALE … dopo il quale avviene la MORTE CELLUARE….. !!!!! il condizionamento del sistema * CERVELLO *, riesce a far ELUDERE la capacità di scoprire la differenza tra SCIE di CONDENSA & SCIE KIMIKE ………….. la SALUBRITA’ di 1 VACCINO per GATTI e la TOSSICITA’ dei vaccini per gli esseri UMANI …1 STRANA FILOSOFIA ” ke ODIA IL GENERE UMANO , ma , non TE STESSO .. * ….. rispondere non sarà facile, se non si è MALATI di CANCRO, magari in stato terminale .. !!!

    1. Buonasera Valter.
      C’è una continua relazione tra gli umori cellulari ed extracellulari e l’energia esterna anche contenuta nell’aria: uno scambio elettrico che possiamo provare ad ogni cambio di stagione, di temperatura di umidità ecc. Nuove condizioni a cui il corpo interno si adatta dinamicamente: l’omeostasi avviene anche nei meandri della fisiologia cellulare coinvolgendo molecole atomi elettroni. Per il resto, non so se considerare il suo commento fin qui costruttivo e informativo inutilmente polemico. Di cancro potrei essere malato io stesso, potrei ammalarmi domani, potrei aver sperimentato la malattia e la perdita ad essa legata per via parentale o potrei provarla un domani. Tutti siamo a rischio! Dopo le malattie cardiocircolatorie è la maggiore causa di morte nei paesi occidentali. Avere un cancro non migliora né peggiora una persona, la migliora o la peggiora il modo con cui un cancro viene affrontato.

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