18
Giu
2015
43
JUICING, la Dieta Detox che fa impazzire gli USA.

JUICING, la Dieta Detox che fa impazzire gli USA.

Gli americani la chiamano Juicing, la dieta crudista a base di succhi più detox del momento, che sta spopolando in California, tra i divi di Hollywood ed i nuovi hippie, i postmoderni hipster. Il JUICE è un succo fresco di frutta e verdura crude privato delle fibre alimentari – in genere un mix – dalle proprietà detox ed alcalinizzanti, c’è chi sostiene miracolose, ottenuto per mezzo di centrifughe o di estrattori chiamati in gergo “slow juicer”. Non va confuso con gli Smoothie, che sono dei frullati di frutta e verdura con le fibre, di solito fatti con l’aggiunta di acqua. In realtà, il Juicing non è una novità: infatti, la vera storia ebbe origine all’inizio del secolo scorso negli Stati Uniti d’America agli albori del Crudismo, quando il signor Norman Walker cominciò a teorizzare e praticare le sue idee dietetiche…

Cosa diceva e chi era N.Walker:

  • i cibi cotti, tutti, sono morti e perciò dannosi per la salute: affermava che gli Enzimi alimentari di verdura e frutta si denaturano e danneggiano se esposti a temperature superiori ai 42° centigradi;
  • il cibo crudo e fresco di origine vegetale è l’unico salutare nella dieta umana;
  • era un vegano ante litteram: sconsigliava di mangiare carne, uova, pesce, latte e suoi derivati;
  • considerava gli zuccheri raffinati alla stregua di veleni: non sono metabolizzabili e sono altamente fermentativi!
  • sconsigliava l’assunzione di latticini perchè contengono caseina: una proteina acidificante – del resto, tutte le proteine animali e quasi tutte le proteine concentrate vegetali (vedi i Legumi) lo sono – e fortemente collosa. La caseina costituisce più dell’80% delle proteine del latte vaccino, come recenti ricerche scientifiche dimostrano;
  • sconsigliava i cereali poichè contengono glutine: una proteina acidificante e viscosa come la caseina;
  • considerava perciò latticini e cereali – i primi soprattutto – come i principali produttori di quel muco che egli indicava essere la causa prevalente di costipazione e di malassorbimento dei nutrienti a livello intestinale. Le sue intuizioni erano in linea con quanto andava teorizzando il suo esimio antesignano, il Dr. Ehret; non so dirvi se W., di una generazione più giovane, già dai suoi inizi salutistici conoscesse l’opera del suo predecessore come certamente avvenne in seguito, ma non lo posso tuttavia escludere, in quanto entrambi i personaggi vissero in California a pochi anni di distanza l’uno dall’altro;
  • indicava la fermentazione dei residui di cibo nel colon come origine dell’80% di tutte le malattie. Le feci ammassate che costipano l’intestino marciscono sotto l’attacco di famelici batteri “cattivi”, con la conseguente produzione di sostanze di scarto che, oltre una certa soglia, sono veleni per il nostro organismo: essi penetrano, attraverso i vasi sanguigni della mucosa, nella circolazione del sangue causando uno stato di generale tossiemia dell’organismo. La putrefazione delle proteine indigerite e la fermentazione di zuccheri indigeriti e indigeribili (vedi fibre, amido resistente e zuccheri raffinati) da parte della flora batterica disbiotica, produce gas tossici e non, metaboliti acidi e/o acidificanti in una quantità tale che la mucosa intestinale non riesce più ad assorbire e metabolizzare, né l’organismo ad espellere.
  • per Walker la pulizia del colon ottenuta attraverso il cibo crudo ed in particolare con l’assunzione regolare di succhi freschi di frutta e verdura era il segreto della salute e dell’eterna giovinezza: morì nel 1985 alla veneranda età di 99 anni; si può considerare l’inventore dei “succhi vivi”.
  • fu venditore di succhi freschi naturali intorno agli anni venti del ‘900; fondò una fabbrica per produrre l’estrattore in acciaio, il Norwalk – acronimo del suo nome – che egli stesso aveva brevettato: il marchio Norwalk esiste tutt’oggi e produce il migliore, nonchè il più caro, estrattore del mondo dal costo di circa 2000 €: si può affermare che egli fu un precursore di una dieta detox fruttariana e vegana a base di succhi che oggi prende comunemente il nome di juicing.
  • il suo nome è passato a noi come autore di successo di importanti libri sul rapporto strettissimo tra salute e nutrizione naturale; ecco alcuni dei suoi scritti tradotti e pubblicati in italiano, imperdibili:

ATTENZIONE!

Anche gli Zuccheri naturali, come quelli semplici della frutta, sono soggetti a fermentazione per mano dei batteri anaerobi dell’intestino crasso, se non vengono correttamente digeriti* come avviene nei casi di combinazioni alimentari sbagliate (vedi macedonie di frutta acida e frutta dolce) che pregiudicano fin dalla masticazione il lavoro degli enzimi alimentari specifici che le diverse categorie di frutta contengono: gli enzimi acidi neutralizzano quelli alcalini della frutta zuccherina che, pertanto, raggiunge il colon intatta e lì vi fermenta. * Per l’elevata biodisponibilità di questi zuccheri, sarebbe più descrittivo parlare già di assorbimento più che di digestione; tuttavia, l’assorbimento rientra a pieno titolo nel complesso dei fenomeni fisiologici del processo digestivo al pari del catabolismo.

FIBRE sì o no?

Le Fibre Alimentari sono, quasi tutte, dei carboidrati complessi non amidacei che compongono le pareti cellulari dei vegetali, piante e frutti. Esse non sono utilizzabili per fini energetici dall’uomo, ossia il loro apporto calorico nella dieta è effettivamente quasi nullo: da un punto di vista nutrizionale le considero “morte” poichè indigeribili per il nostro apparato digerente che, a differenza degli erbivori, non ha né gli enzimi digestivi adatti né il numero di batteri sufficiente per una completa fermentazione della fibra vegetale e trasformazione della stessa in acidi grassi metabolizzabili.

Ci sono due tipi di Fibre alimentari che si differenziano per meccanismi di azione e funzioni metaboliche:

  • Non Idrosolubili: i Fichi secchi, i Datteri, le Mandorle, la Crusca di grano, i cereali integrali, i semi oleosi, la verdura con foglia verde e la frutta secca in genere. Sono scarsamente fermentabili e viscose. Hanno la peculiarità di assorbire l’acqua, aumentando così il volume delle feci e velocizzandone il transito: sono raccomandate nella dieta di chi soffra di stitichezza. Svolgono, perciò, un’azione di pulizia che si potrebbe definire “meccanica”: accellerando lo svuotamento intestinale, esse riducono il tempo di contatto tra i residui di cibo e le mucose del tubo digerente, in particolare a livello dell’intestino crasso, con conseguente diminuzione dell’assorbimento dei nutrienti, ma anche di tutte quelle sostanze che siano potenzialmente tossiche;
  • Idrosolubili: le Mele e la loro buccia, le Pere, le Cipolle, l’Aglio, la Cicoria, le Carote, le Patate, gli Asparagi, i Carciofi, le Alghe, i Legumi e tutta la frutta fresca in genere. Il Topinambur, un tubero molto ricco di acqua e povero di amido, contiene grandi quantità di inulina, una fibra solubile. La Mela Cotogna, frutto tipicamente autunnale in disuso, è un ibrido tra una mela ed una pera estremamente ricco di pectina: una fibra solubile presente in grandi quantità soprattutto nelle bucce di mele pere albicocche e nella pellicola spugnosa bianca, chiamata albedo, che ricopre gli agrumi. Queste fibre sono altamente fermentabili e viscose. Si possono definire alimenti prebiotici, poichè raggiunto il colon sono nutrimento per i batteri saprofiti (batteri che si cibano di resti organici in decomposizione) simbionti che svolgono un’azione probiotica, se presenti non oltre un certo numero, sorpassato il quale diventano indice di alterazione tessutale e fattori comunque patogeni.*
    • Le Fibre solubili sono così definite in quanto si sciolgono a contatto con l’acqua formando un gel ad azione costipante che rallenta il transito intestinale e ritarda l’evacuazione delle feci, a meno che non si beva molta acqua. Inoltre, hanno due proprietà importanti: regolano ma non impediscono l’assorbimento dei nutrienti, tra cui grassi e zuccheri, riducendo il colesterolo e la glicemia; proteggono il colon agendo da chelante che, legandoli a sé, neutralizza i metalli pesanti e le tossine che poi verranno espulse con le feci.

Entrambe le fibre sono presenti negli stessi alimenti, l’una in maniera prevalente sull’altra: in base a questo criterio di prevalenza vengono suddivisi i cibi nelle due categorie.

FERMENTAZIONE *

I microrganismi cosiddetti Probiotici, o anche Fermenti lattici vivi, hanno un metabolismo anaerobico che ricava energia – poca, ma per i batteri sufficiente a riprodursi – da un processo di Fermentazione lattica (la fanno sia i batteri Lattobacilli sia i Bifidobatteri) e propionica (solo i Bifidobatteri) capace di degradare gli zuccheri delle fibre, l’amido e il lattosio del latte in Gas tossici (Anidride carbonica, Metano) e non (Idrogeno), Acidi grassi a catena corta (rispettivamente Acido lattico, Acido propionico e Acido acetico); questi acidi grassi sono, da una parte, importante nutrimento per le cellule epiteliali intestinali (Enterociti) e, dall’altra, essendo solubili in acqua, vengono assorbiti dalla mucosa colica, percorrono nel sangue la vena porta e raggiungono direttamente il fegato dove vengono convertiti in energia, ovvero Acetato per i muscoli. Questi microrganismi che vivono in assenza di ossigeno e si nutrono di Glucidi hanno un metabolismo glicolitico ossidativo che porta alla scissione delle molecole di zucchero ricavandone energia chimica che i batteri utilizzano per vivere producendo cataboliti acidi di scarto come l’Acido lattico e l’Acido acetico, entrambe sostanze altamente tossiche e irritanti: l’Acido lattico è funzionale e benefico per l’intestino crasso solo entro una soglia limite piuttosto bassa, oltre diventa fortemente nocivo. Per questo motivo, una colonia di batteri, ancorché riconosciuti probiotici, che sia cresciuta in seguito a una abnorme fermentazione dovuta a grandi quantità di carboidrati semplici e complessi indigeriti o mal digeriti come conseguenza di scelte alimentari sbagliate (zuccheri raffinati e amidi eccessivamente processati non più metabolizzabili) o combinazioni errate (frutta dolce con frutta acida che neutralizza l’azione enzimatica), determina una fisiologica iperproduzione di Acido lattico come scarto del metabolismo microbico nel lume intestinale che l’organismo non può, non sa, trasformare in sostanze innocue o utili: così, l’eccesso acidificante danneggia l’epitelio intestinale. Solo delle complete digestioni permettono di ripristinare fisiologicamente l’equilibrio della flora intestinale in maniera duratura e risolvere definitivamente i problemi legati alla disbiosi senza dover ricorrere continuamente all’uso di pagliativi come i probiotici che non limitano i livelli di acido lattico ma di fatto li incrementano. Quindi, Lattobacilli e Bifidobatteri, se in eccesso, sono agenti indirettamente patogeni e causa a loro volta di disbiosi. Sono da bandire perciò gli integratori probiotici. La flora batterica si deve ricostituire da sola in maniera assolutamente autoctona, preparandole il giusto habitat alcalino attraverso una sana alimentazione!

JUICING, la Dieta Detox che fa impazzire gli USA. Perchè i SUCCHI FRESCHI?

Vi spiego i punti di forza del modo corretto di “far succhi” detox:

  • le fibre tutte, ma soprattutto quelle Solubili, anticipano l’insorgere del senso di sazietà: se le elimino posso assumere maggiori quantità di nutrienti;
  • le fibre rallentano (Fibre Solubili) o diminuiscono (Fibre Insolubili) l’assorbimento dei nutrienti: se le elimino, come nel caso di un succo fresco di frutta e di verdura centrifugate, LA DIGESTIONE AVVIENE IN UNA SOLA MEZZ’ORA! Questo significa che tutti i nutrienti sono a disposizione delle cellule quasi istantaneamente all’assunzione del succo;
  • le Fibre Solubili regolano l’assorbimento dei nutrienti: eliminandole, vengono assimilati dal nostro organismo tutti i nutrienti che noi vi introduciamo, nessuno escluso;
  • inoltre, escludendo le fibre si evita il rischio di malsane fermentazioni intestinali causate dai batteri che popolano a miliardi il colon: si possono perciò mescolare nel succo ingredienti diversi senza tuttavia pregiudicarne la digeribilità;
  • il Succo fresco, sia quello di verdure sia quello di frutta, conserva in sé, intatta, la carica vitale degli ingredienti originari, l’acqua biologica, “viva”, ricca di minerali organici, vitamine, polifenoli ed enzimi. Perchè questa sua prerogativa di cibo “vivo” venga salvaguardata va consumato prima che si ossidi;
  • una Combinazione degli Alimenti che eviti fermentazioni e faciliti la digestione: le RICETTE seguono un protocollo di associazioni alimentari ispirato ai principi nutrizionali dell’Igiene Naturale. Nessun canovaccio quindi: nel piatto e nel bicchiere si materializzano i risultati di ricerche di letteratura e di informazioni a 360°, osservazione ed approfondimento della propria e dell’altrui digestione, sperimentazione diretta sul campo. Ci sono delle regole di base che in linea generale tutti dovrebbero rispettare, ma ci possono essere eccezioni e particolarità: perciò consiglio ad ognuno di fidarsi in primo luogo della propria “personalissima” esperienza digestiva. Ciò che funziona per 99 persone non è detto che vada bene per la centesima.

Se per ricavare il succo detox scegliete una centrifuga, il mio invito è quello di utilizzarne una che abbia un motore con una potenza di almeno 800 Watt (necessaria per “spremere” radici come le Carote e tuberi come lo Zenzero); più gli scarti delle fibre raccolti sono asciutti, migliore è la resa della macchina. Entrambe le macchine sono valide con delle differenze, pregi e difetti che andrebbero analizzati in maniera imparziale e non con l’imbeccata di sponsor occulti: c’è però da dire, onestamente, che un estrattore di buona qualità costa minimo 400-550€, mentre per un’equivalente centrifuga di una marca affidabile te la puoi cavare con una spesa intorno ai 150-200€. Si parla comunque di buonissimi prodotti. A meno che non vogliate, portafoglio permettendo, comprare una Rolls-Royce degli estrattori di succo targata Tribest a doppia coclea in acciaio inox, oppure un Angel o render merito alla memoria di Norman Walker: il “suo” estrattore ha una garanzia a vita. In alternativa ci sono estrattori molto validi, sempre della azienda sudcoreana TRIBEST che, ad un costo più accessibile, offrono alte prestazioni estrattive (singola coclea orizzontale, bassi giri del motore) e garanzie atossiche, grazie all’impiego di materiali plastici BPA e BPS FREE.

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